Craniosacrale Biodinamico: un approccio alla salute basato sulla Mindfulness

Se ti preoccupi di vivere solo ciò che stai vivendo , cioè il presente, potrai vivere il tempo che ti rimane fino alla morte , senza turbamento, con benevolenza e serenità.  (Marco Aurelio - Pensieri)

Introduzione

In questo articolo presento alcune riflessioni personali sul tema della Mindfulness, fornendone inizialmente una introduzione generale, proponendo quindi alcune considerazioni sui punti di forza e sui punti di debolezza di tale approccio, e, infine, mettendo in evidenza come il Craniosacrale Biodinamico si possa considerare a tutti gli effetti un approccio alla salute basato sulla Mindfulness, nel senso più ampio e integrale di questo termine.

Un insieme di qualità naturali che possiamo coltivare

Di seguito fornisco una presentazione generale sull’approccio Mindfulness attraverso alcune riflessioni che si possono sintetizzare in quattro punti:

Vorrei partire proprio da questo ultimo punto mettendo in evidenza, attraverso le parole del filosofo francese Pierre Hadot, come l’allenamento dell’attenzione, della presenza mentale fosse parte integrante del training filosofico dell’antichità:

"Abbiamo detto che l’atteggiamento fondamentale del filosofo stoico o platonico era la prosochè (προσοχε) l’attenzione a se stesso, la vigilanza di ogni istante. L’uomo “vigile” è sempre perfettamente cosciente non solo di ciò che fa, ma anche di ciò che è, ossia della sua posizione nel cosmo e del suo rapporto con Dio".  (Pierre Hadot - Esercizi spirituali e filosofia antica)

Se, ad esempio, si leggono i Pensieri di Marco Aurelio, imperatore romano ma anche filosofo Stoico, si trova un costante riferimento all’importanza di vivere nel presente, come ben evidenziato dalla citazione che ho inserito all’inizio di questo articolo.

L’enfasi sul vivere nel presente percorre, come una corrente sotterranea forse nascosta e poco conosciuta, tutto lo sviluppo del pensiero occidentale, non solo filosofico ma anche, per esempio, nella poesia, come ben testimoniato dalla seguente citazione di Goethe:

Ora per ora

La vita ci è data con gesto amico.

Il lascito di ieri è poca cosa,

e il sapere di domani è proibito.

[…] Fai dunque come me, e guarda 

con letizia del saggio l’attimo negli occhi. Non indugiare.

Vagli incontro rapido, benevolo, ricco di vita,

sii così nell’agire , così per la gioia nell’amare.

Dovunque sarai sii tutto questo, come un bambino,

così sarai tutto, da nessuno sarai vinto.

(Goethe - Elegia)

Per primo, nel 1881, lo studioso della lingua Pali Thomas William Rhys Davids (1843–1922) tradusse il termine pali sati con la parola inglese mindfulness: da quel momento tale termine è entrato in uso come una delle possibili traduzioni; infatti il temine sati può e viene reso in inglese anche con attention, presence, awareness e in italiano principalmente con attenzione, presenza mentale e consapevolezza.

Da ciò si evince che, sebbene certamente il significato faccia riferimento ad una particolare qualità di attenzione, ad un modo di essere nel presente, il campo semantico sia molto vasto e articolato ed infatti sono 2500 anni che nel Buddhismo, oltre che praticare mindfulness, si discute sulle sue varie sfumature e caratteristiche.

In generale possiamo dire che ci sono due principali aspetti mentali coinvolti, uno è la presenza mentale, il riportare e mantenere la mente nel momento presente, e l’altra è il sapere, il ri-conoscere ciò che stiamo sperimentando, nel momento in cui lo sperimentiamo, come spiegato in modo semplice, diretto ed efficace da Achaan Chah, grande maestro della tradizione Buddhista Tailandese della foresta:

"Sati è la capacità di riportarci al presente, come quando ci chiediamo “Cosa sto facendo?”.

Sampajanna è la consapevolezza che sto facendo questo e quest’altro".  (Achaan Chah – Il Dhamma vivo)

Negli anni ‘70 Jon Kabat-Zinn ha iniziato a definire e poi insegnare il metodo di riduzione dello stress basato sulla consapevolezza (MBSR- Mindfulness Based Stress Reduction) presso la Stress Reduction Clinic (di cui era direttore) alla University of Massachusetts Medical School.

Il metodo consiste in un corso di otto settimane dove vengono insegnate e praticate tre tecniche:

Negli anni ’80 il protocollo MBSR viene utilizzato e si afferma nell’ambito dell’assistenza sanitaria americana; quindi, negli anni ’90, viene sviluppato il protocollo MBCT (Mindfulness Based Cognitive Therapy) dai tre ricercatori e psichiatri Mark Williams, Zindel Segal e John Teasdale: il protocollo viene inizialmente applicato nella cura e prevenzione della depressione e poi, via via, per molte altri problemi di natura psicologica.

Negli ultimi anni la diffusione delle pratiche basate sulla mindfulness nel mondo anglosassone ha avuto una vera e propria esplosione: oltre che utilizzato in ambito medico e psicologico, vengono proposti corsi universitari nelle più prestigiose università, viene utilizzata nel campo dell’educazione, come anche nelle carceri; e dal 2007, dopo che Google ha iniziato ad offrire un programma di gestione e riduzione dello stress hai propri dipendenti chiamato Search Inside Yourself, moltissime aziende ne hanno seguito l’esempio.

Jon Kabat-Zinn definisce la Mindfulness come il “processo di prestare attenzione in modo intenzionale, nel momento presente, in modo non giudicante, al dispiegarsi dell’esperienza, di momento in momento”.

Suzuki Roshi, uno dei più importanti maestri zen Giapponesi venuti ad insegnare in occidente nel secolo scorso, afferma: “Prestiamo attenzione con rispetto e interesse, non per manipolare, ma per comprendere quello che è vero. E vedendo ciò che è vero, il cuore diventa libero”.

Provando a riassumere e concludere questa parte introduttiva, si può affermare che con il termine Mindfulness si intendono contemporaneamente tre cose:

Punti di forza e punti di debolezza del corrente approccio occidentale alla Mindfulness

Indubbiamente i protocolli MBSR e MBCT hanno pregi molto importanti ed evidenti:

Questi stessi punti di forza, se osservati sotto un’altra angolazione, possono essere considerati anche i punti di debolezza, gli aspetti che hanno delle criticità su cui riflettere.

Nella tradizione Buddhista si parla di “retta consapevolezza”, potremmo anche dire “mindfulness appropriata”: da questo si evince chiaramente che fin dai tempi del Buddha veniva riconosciuta la possibilità di un utilizzo della presenza mentale non appropriato, non salutare, che non porta beneficio. Per comprendere meglio si possono proporre esempi molto semplici: certamente un ladro o un killer di professione devono avere una grande concentrazione, non possono essere distratti, ma questo non significa che il loro operato sia appropriato, e di beneficio per se stessi e per la comunità in cui vivono.

Nel processo di rendere accessibili le pratiche del Buddhismo e dello Yoga, spesso si è sottovalutato, e qualche volta si è eliminata del tutto, quella parte degli insegnamenti relativi alla coltivazione della sensibilità etica: aspetto integrante e inscindibile di entrambe le tradizioni.

Insegnare mindfulness ai dipendenti di una multinazionale che distrugge il pianeta è appropriato oppure no? Certo gli impiegati della multinazionale sono stressati e quindi possono beneficiare dei corsi di riduzione dello stress: questo però permette alla multinazionale di distruggere più efficacemente il pianeta. Tenere corsi di riduzione dello stress a personale militare è appropriato oppure no?

Aver inserito la pratica contemplativa Buddhista in una visione del mondo scientifica, e quindi ancora largamente dominata dal dualismo Cartesiano, dalla scissione mente-corpo, dalla scissione soggetto-oggetto, da un modo di vedere sostanzialmente meccanicista e riduzionista, da una parte ha permesso di far accettare tali pratiche al mondo accademico e ad un vasto pubblico, ma dall’altra ne ha forse modificato la natura profonda. Ad esempio si è passati dal perseguire il risveglio al favorire la riduzione dello stress, si è passati dalla ricerca della liberazione ad una tecnica di self-help che non mette in discussione i problemi della società in cui viviamo. Quale è il limite fino a dove è utile e appropriato semplificare e adattare gli insegnamenti delle tradizioni Buddhista e Yoga, senza snaturali? La sfida nella nostra epoca è quella di presentare gli insegnamenti e le pratiche in maniera adatta agli occidentali, senza distorcerne l’essenza, mantenendo fermi i principi. I protocolli MBSR e MBCT rispondono veramente a questa sfida, oppure, focalizzandosi principalmente sul miglioramento dell’attenzione, sulla consapevolezza del momento presente, e sulla riduzione dello stress non restringono eccessivamente la portata degli insegnamenti Buddhisti?

A me pare che il modo di vedere del Buddhismo e dello Yoga sia molto lontano dalla visione atomistica, meccanicista tuttora dominante nel mondo scientifico: concludo quindi questa parte con l’augurio formulato nella sua ultima conferenza da Gregory Bateson, uno dei migliori pensatori occidentali del secolo scorso:

"Credo che forse la mostruosa patologia atomistica a livello individuale, a livello familiare, a livello nazionale e a livello internazionale – la patologia del pensiero sbagliato in cui tutti noi viviamo – possa alla fine essere corretta dalla grandiosa scoperta di quelle relazioni che sono contenute nella natura e che costituiscono la bellezza della natura".

Craniosacrale Biodinamico: un approccio basato sulla Mindfulness

Ciò che continua a colpirmi profondamente è questo: la terapia craniosacrale biodinamica è un’arte contemplativa. Io sono unito in meditazione insieme al cliente.  (Michael Shea)

In questa ultima parte mostrerò come l’approccio Biodinamico e quello della Contemplazione Buddhista (mindfulness nel suo senso più ampio e integrale) non solo abbiano moltissimi punti in comune, ma condividano sostanzialmente lo stesso approccio sotto due prospettive diverse: una rivolta a se stessi, al proprio risveglio e l’altra rivolta a creare le condizioni e stimolare il potere di auto-regolazione e di auto-guarigione nell’altro, il cliente del trattamento Biodinamico.

Innanzitutto vorrei mettere in evidenza come le principali figure dell’approccio Biodinamico siano tutte in qualche modo collegate all’insegnamento  Buddhista: Franklyn Sills è stato monaco Theravada in Birmania, ed ha studiato Zen e Taoismo, Michael  Shea ha un master in Psicologia Buddhista alla Naropa University, e il suo insegnamento è influenzato dal Buddhismo Tibetano, e anche Michael Kern e Mike Boxall sono legati e influenzati dal Buddhismo Tibetano.

Da ciò si può facilmente comprendere come l’approccio Biodinamico, per come si è sviluppato nell’arco degli anni, se da una parte è sempre stato fortemente ancorato alla ricerca scientifica in ambito medico e psicologico, è anche certamente influenzato dalla millenaria visione Buddhista.

Se poi consideriamo gli “ingredienti” della tradizione contemplativa Buddhista come classicamente descritti nei sette fattori risveglio, che sono una delle istruzioni più importanti per la pratica meditativa della tradizione Vipassana, allora vediamo che sono tutti presenti nella pratica del trattamento Biodinamico:

Franklyn Sills afferma: “Tutto il lavoro di guarigione è di natura essenzialmente relazionale. Ciò esprime una verità profonda: tutta la vita è relazionale. Noi esistiamo in interdipendenza”: questo implica che la sensibilità etica, la relazione eticamente appropriata, sono un aspetto essenziale nel lavoro Craniosacrale come ovviamente nel Buddhismo. I termini pali metta, che significa gentilezza, amicizia, benevolenza e karuna, che indica la compassione, cioè essere sensibili alla sofferenza ed entrare in azione per alleviarla, esprimono l’atteggiamento fondamentale sia del praticante Buddhista e sia del praticante Craniosacrale.

Per terminare vorrei soffermarmi su uno dei principi essenziali del trattamento Craniosacrale, quello che in inglese viene definito come dynamic stillness, e che in italiano è generalmente tradotto come quiete dinamica. Vediamo come Achaan Chah descrive questo stato:

"Ecco, quando arrivate dove il pensiero non vi può portare, è proprio allora, in quella quiete, che si sviluppa la saggezza. In quel momento la mente è simile ad una corrente d’acqua, eppure è ferma. Sembra praticamente immobile, eppure scorre. Per questo dico ‘una corrente d’acqua ferma’. In questa mente può nascere la saggezza"(Achaan Chah - Il Dhamma Vivo)

Vediamo come le parole di Achaan Chah, che certamente non aveva studiato Craniosacrale Biodinamico, esprimono in modo molto potente e efficace la percezione della quiete dinamica, e se interpretiamo il termine saggezza in un senso ampio, cioè come salute-intelligenza del sistema, nostro e del cliente, allora possiamo concludere che nella pratica contemplativa Buddhista e nel trattamento Biodinamico sono all’opera gli stessi principi.