Riconoscere ed accogliere il paradosso della pratica

Data pubblicazione: Mar 13, 2011 5:28:34 PM

Quando hai capito che la destinazione è la strada e che tu sei sempre sulla strada, non per giungere a destinazione, ma per godere della sua bellezza e della sua saggezza, la vita cessa di essere un dovere e diventa semplice e naturale, una beatitudine in sé e per sé.

Sri Nisargadatta Maharaj – Io sono quello.

Ci sono insegnanti e tradizioni che enfatizzano lo sforzo, l’impegno nella pratica, la ricerca incessante, il coltivare intenzionalmente certe qualità interiori, e ci sono altri insegnanti, altre tradizioni che mettono in evidenza il rilassamento, il lasciare essere, un atteggiamento di ascolto e di non-sforzo, di non-intenzionalità: è già tutto qui, non c’è nulla fare, niente da raggiungere.

A me pare sia importante, fin dall’inizio, riconoscere ed accogliere il paradosso della pratica che può essere sitetizzato in questo modo: certamente non si giunge alla Conoscenza / Risveglio / Dio / Tao attraverso la pratica / la ricerca / lo sforzo; e d'altronde, senza la pratica / la ricerca / lo sforzo, come si può pensare di giungere alla Conoscenza / Risveglio / Dio / Tao.

Riconoscere ed accogliere il paradosso significa essere autentici e continuamente riscoprire un equilibrio dinamico tra le polarità complementari del cammino: il fare e il non-fare, lo sforzo e il senza-sforzo, lo scopo e il senza-scopo, ecc.

Il paradosso si risolve da solo quando non c’è più separazione tra la pratica e la vita quotidiana, quando non c’è più conflitto tra ciò che viviamo e ciò che vorremmo vivere, quando diciamo di sì alla nostra esperienza, così come si manifesta di momento in momento.

Approfondisci leggendo Creare le condizioni, Liberi fin dall'inizio e  Il cammino è già la meta.