LASCIAR ANDARE, NIENT’ALTRO
Fate ogni cosa con una mente che sappia lasciare andare. Non aspettatevi nessuna ricompensa o premio. Se lasciate andare un poco, avrete un poco di pace. Se lasciate andare molto, avrete molta pace. Se lasciate andare completamente, conoscerete la pace e la libertà completa. Le vostre battaglie col mondo giungeranno al termine.
Achaan Chah – I Maestri della Foresta
Fate ogni cosa con una mente che sappia lasciare andare. Non aspettatevi nessuna ricompensa o premio. Se lasciate andare un poco, avrete un poco di pace. Se lasciate andare molto, avrete molta pace. Se lasciate andare completamente, conoscerete la pace e la libertà completa. Le vostre battaglie col mondo giungeranno al termine.
Achaan Chah – I Maestri della Foresta
Se facciamo una lunga corsa e poi ci fermiamo e osserviamo il nostro corpo, quello che vediamo lo possiamo chiamare “funzionamento sotto stress”: il respiro è affannoso, il cuore batte molto velocemente, sudiamo, percepiamo un forte calore, ecc.; nessuno si spaventa per questo in quanto sa che lasciando il corpo fermo e rilassato pian piano questi fenomeni svaniscono e il corpo ritorna naturalmente al suo “funzionamento a riposo”.
Con la mente è un po’ stessa cosa: se è una vita intera che corriamo freneticamente, allora quando ci fermiamo e osserviamo, molto probabilmente all’inizio ciò che vediamo non ci piace, ci può far paura, non perché ci sia qualcosa di negativo in sé, ma perché non siamo abituati.
La mente corre all’impazzata saltando di qua e di là, i pensieri emozioni si rincorrono senza sosta, ma ciò non è diverso dal “funzionamento sotto stress” del nostro corpo dopo una lunga corsa: se, attraverso la pratica, rimaniamo un tempo sufficiente in uno stato di ascolto senza interferire, in uno stato di osservazione aperta e non giudicante, allora anche la mente ritrova naturalmente un suo stato calmo, tranquillo, chiaro; la mente ritorna naturalmente al suo “funzionamento a riposo”.
Se osserviamo la nostra mano a riposo, vediamo che è aperta e senza tensioni; per chiudere la mano a forma di pugno dobbiamo contrarre, tendere i muscoli, mentre per riaprire il pugno dobbiamo smettere di contrarre, smettere di tendere i muscoli: la mano ritorna aperta e rilassata non “facendo qualcosa”, ma “smettendo di fare”.
A livello emozionale, a livello mentale è la stessa cosa: occorre lasciare andare, lasciare essere, lasciare fluire; occorre aprirsi, accogliere, essere ricettivi; occorre non interferire, non controllare, non manipolare.
Proprio in questo momento, mentre scrivo, proprio in questo momento mentre leggi, fermati e lascia andare tutto, diventando immobile lascia che tutto sia, gustando il momento presente lascia che tutto fluisca: è un sapore unico a cui puoi ritornare quando vuoi, durante tutta la giornata, basta un attimo!
Se una persona che non sa nuotare cade in un fiume, per salvarsi deve comprendere che più si agita, più annaspa e oppone resistenza e più viene risucchiata giù e trascinata via, e la propria esperienza diventa dolorosa e terribile; mentre più si rilassa, più si tranquillizza e asseconda le circostanze e più ha la possibilità di ritornare a galla, gestire in modo appropriato la situazione e imparare ad apprezzare una buona nuotata.
Allo stesso modo, vivere è un po’ come essere immersi in un grande fiume di percezioni sensoriali e di pensieri emozioni che continuamente cambiano: da un certo punto di vista è come se noi fossimo immersi in questo flusso, si potrebbe anche dire che il flusso sembra venirci addosso dal di fuori; da un’altra prospettiva è come se questa corrente di percezioni e pensieri ci abitasse dal di dentro.
Anche in questo caso, se ci si vuole salvare, se si vuole riuscire ad apprezzare veramente la vita valgono le stesse regole: più ci si agita, più si annaspa e si oppone resistenza e più si viene risucchiati giù e trascinati via, mentre più ci si rilassa, più ci si tranquillizza e si assecondano le circostanze e più si ha la possibilità di ritornare a galla e gestire in modo appropriato la situazione.
Un ultima immagine metaforica per terminare il capitolo; possiamo considerare il mondo, tutta la realtà, come una immensa magica televisione dove noi siamo contemporaneamente gli spettatori, gli attori e i registi: una grande televisione che trasmette 24 ore su 24, 7 giorni su 7, dove ci sono molti canali con programmi diversi.
In generale, come spettatori, per abitudine e per ignoranza (non sappiamo che c’è il telecomando) siamo spesso sintonizzati su programmi non salutari: agitazione, frenesia, paura, avversione, odio ecc., tutti canali che conosciamo bene. Attraverso la pratica siamo in grado di riconoscere che abbiamo un telecomando e che possiamo usarlo per sintonizzarci su canali più salutari: calma, tranquillità, attenzione, empatia ecc..
All’inizio si deve imparare a usare il telecomando e non è così semplice sintonizzarci sui canali salutari, nemmeno li sappiamo riconoscere; poi, piano piano, diventa sempre più facile non farsi catturare dai canali non salutari e sintonizzarci su quelli salutari, finchè si può scoprire il canale del rilassamento totale: è un canale sempre disponibile che trasmette una grande fiducia e accettazione.
Siamo orientati a credere che la felicità, la libertà interiore siano da qualche altra parte (non certo qui e ora !), e che ce la dobbiamo guadagnare, sudare, diventando diversi da ciò che siamo, cambiando, migliorando … ma Ryokan parla direttamente al nostro cuore dicendo “nessun cambiamento!”.
Il rilassamento totale è un canale che ti trasporta oltre la malattia del giudicare, del comparare, del valutare:
È un canale che ti conduce oltre la ricerca compulsiva della felicità, oltre la ricerca spirituale stessa:
Il canale del rilassamento totale trasmette sempre, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, ed è sempre disponibile, sempre accessibile: dobbiamo solo imparare a sintonizzarci e ancora sintonizzarci, e di nuovo sintonizzarci, finchè naturalmente diventerà il canale prevalente.
Con la mente è un po’ stessa cosa: se è una vita intera che corriamo freneticamente, allora quando ci fermiamo e osserviamo, molto probabilmente all’inizio ciò che vediamo non ci piace, ci può far paura, non perché ci sia qualcosa di negativo in sé, ma perché non siamo abituati.
La mente corre all’impazzata saltando di qua e di là, i pensieri emozioni si rincorrono senza sosta, ma ciò non è diverso dal “funzionamento sotto stress” del nostro corpo dopo una lunga corsa: se, attraverso la pratica, rimaniamo un tempo sufficiente in uno stato di ascolto senza interferire, in uno stato di osservazione aperta e non giudicante, allora anche la mente ritrova naturalmente un suo stato calmo, tranquillo, chiaro; la mente ritorna naturalmente al suo “funzionamento a riposo”.
Se osserviamo la nostra mano a riposo, vediamo che è aperta e senza tensioni; per chiudere la mano a forma di pugno dobbiamo contrarre, tendere i muscoli, mentre per riaprire il pugno dobbiamo smettere di contrarre, smettere di tendere i muscoli: la mano ritorna aperta e rilassata non “facendo qualcosa”, ma “smettendo di fare”.
A livello emozionale, a livello mentale è la stessa cosa: occorre lasciare andare, lasciare essere, lasciare fluire; occorre aprirsi, accogliere, essere ricettivi; occorre non interferire, non controllare, non manipolare.
Proprio in questo momento, mentre scrivo, proprio in questo momento mentre leggi, fermati e lascia andare tutto, diventando immobile lascia che tutto sia, gustando il momento presente lascia che tutto fluisca: è un sapore unico a cui puoi ritornare quando vuoi, durante tutta la giornata, basta un attimo!
Se una persona che non sa nuotare cade in un fiume, per salvarsi deve comprendere che più si agita, più annaspa e oppone resistenza e più viene risucchiata giù e trascinata via, e la propria esperienza diventa dolorosa e terribile; mentre più si rilassa, più si tranquillizza e asseconda le circostanze e più ha la possibilità di ritornare a galla, gestire in modo appropriato la situazione e imparare ad apprezzare una buona nuotata.
Allo stesso modo, vivere è un po’ come essere immersi in un grande fiume di percezioni sensoriali e di pensieri emozioni che continuamente cambiano: da un certo punto di vista è come se noi fossimo immersi in questo flusso, si potrebbe anche dire che il flusso sembra venirci addosso dal di fuori; da un’altra prospettiva è come se questa corrente di percezioni e pensieri ci abitasse dal di dentro.
Anche in questo caso, se ci si vuole salvare, se si vuole riuscire ad apprezzare veramente la vita valgono le stesse regole: più ci si agita, più si annaspa e si oppone resistenza e più si viene risucchiati giù e trascinati via, mentre più ci si rilassa, più ci si tranquillizza e si assecondano le circostanze e più si ha la possibilità di ritornare a galla e gestire in modo appropriato la situazione.
Un ultima immagine metaforica per terminare il capitolo; possiamo considerare il mondo, tutta la realtà, come una immensa magica televisione dove noi siamo contemporaneamente gli spettatori, gli attori e i registi: una grande televisione che trasmette 24 ore su 24, 7 giorni su 7, dove ci sono molti canali con programmi diversi.
In generale, come spettatori, per abitudine e per ignoranza (non sappiamo che c’è il telecomando) siamo spesso sintonizzati su programmi non salutari: agitazione, frenesia, paura, avversione, odio ecc., tutti canali che conosciamo bene. Attraverso la pratica siamo in grado di riconoscere che abbiamo un telecomando e che possiamo usarlo per sintonizzarci su canali più salutari: calma, tranquillità, attenzione, empatia ecc..
All’inizio si deve imparare a usare il telecomando e non è così semplice sintonizzarci sui canali salutari, nemmeno li sappiamo riconoscere; poi, piano piano, diventa sempre più facile non farsi catturare dai canali non salutari e sintonizzarci su quelli salutari, finchè si può scoprire il canale del rilassamento totale: è un canale sempre disponibile che trasmette una grande fiducia e accettazione.
La questua odierna è finita: all’incrocio della strada,
Mi aggiro presso l’altare Buddhista,
Parlando con dei bambini.
L’anno scorso, (ero) un monaco un po’ folle.
Quest’anno, nessun cambiamento!
Ryokan – One Robe One Bowl. The Zen poetry of Ryokan (traduzione personale dall’inglese)
Mi aggiro presso l’altare Buddhista,
Parlando con dei bambini.
L’anno scorso, (ero) un monaco un po’ folle.
Quest’anno, nessun cambiamento!
Ryokan – One Robe One Bowl. The Zen poetry of Ryokan (traduzione personale dall’inglese)
Siamo orientati a credere che la felicità, la libertà interiore siano da qualche altra parte (non certo qui e ora !), e che ce la dobbiamo guadagnare, sudare, diventando diversi da ciò che siamo, cambiando, migliorando … ma Ryokan parla direttamente al nostro cuore dicendo “nessun cambiamento!”.
Il rilassamento totale è un canale che ti trasporta oltre la malattia del giudicare, del comparare, del valutare:
La mia vita può apparire melanconica,
Ma viaggiando attraverso questo mondo
Mi sono affidato al Paradiso.
Nel mio sacco, un poco di riso;
Per terra, un fascio di legna da ardere.
Se qualcuno mi chiedesse cosa distingue
L’illuminazione dall’illusione
Non potrei rispondere – ricchezza e onori sono solo polvere.
Mentre scende la pioggia serale siedo nel mio eremo
E, a mo’ di risposta, stiracchio entrambi i miei piedi.
Ryokan – One Robe One Bowl. The Zen poetry of Ryokan (traduzione personale dall’inglese)
Ma viaggiando attraverso questo mondo
Mi sono affidato al Paradiso.
Nel mio sacco, un poco di riso;
Per terra, un fascio di legna da ardere.
Se qualcuno mi chiedesse cosa distingue
L’illuminazione dall’illusione
Non potrei rispondere – ricchezza e onori sono solo polvere.
Mentre scende la pioggia serale siedo nel mio eremo
E, a mo’ di risposta, stiracchio entrambi i miei piedi.
Ryokan – One Robe One Bowl. The Zen poetry of Ryokan (traduzione personale dall’inglese)
È un canale che ti conduce oltre la ricerca compulsiva della felicità, oltre la ricerca spirituale stessa:
La felicità non può essere trovata attraverso un grande sforzo o la forza di volontà, ma è già presente, nel rilassamento e nel lasciare andare.
Non sforzarti, non c’è niente da fare o da non fare. Qualsiasi cosa momentaneamente sorge nel corpo mente non ha proprio nessuna importanza, ha comunque una scarsa realtà. Perché identificarsi e attaccarsi, esprimendo giudizi su ciò che sorge e su noi stessi?
Molto meglio lasciare semplicemente che l’intero gioco accada da sé, sorgendo e svanendo come onde – senza cambiare o manipolare alcunché – e osserva come tutto si dissolve e riappare magicamente, ancora e di nuovo ancora, all’infinito.
Proprio la nostra ricerca per la felicità c’impedisce di trovarla. È come inseguire un vivido arcobaleno senza mai prenderlo, o come un cane che rincorre la propria coda.
Sebbene pace e felicità non esistano come una cosa concreta o un luogo, esse sono sempre accessibili e ti accompagnano in ogni istante.
Non credere nella realtà delle esperienze positive e negative; esse sono effimere come le odierne condizioni del tempo, sono come arcobaleni nel cielo.
Nel tentativo di afferrare l’inafferrabile, ti esaurisci invano. Ma non appena lasci la presa, ecco uno spazio infinito – aperto, invitante e confortevole.
Usa dunque questa spaziosità, questa libertà e agio naturale. Non cercare più. Non addentrarti nella giungla impenetrabile alla ricerca del grande elefante illuminato, esso sta già riposando quietamente a casa, proprio di fronte al tuo focolare.
Niente da fare o da non fare, niente per cui sforzarsi, niente da volere, e niente che manca.
Emaho! Meraviglioso! Tutto accade da sé.
Gedun Rinpoche citato da Nyoshul Khempo in Natural Great Perfection (traduzione personale dall’inglese)
Non sforzarti, non c’è niente da fare o da non fare. Qualsiasi cosa momentaneamente sorge nel corpo mente non ha proprio nessuna importanza, ha comunque una scarsa realtà. Perché identificarsi e attaccarsi, esprimendo giudizi su ciò che sorge e su noi stessi?
Molto meglio lasciare semplicemente che l’intero gioco accada da sé, sorgendo e svanendo come onde – senza cambiare o manipolare alcunché – e osserva come tutto si dissolve e riappare magicamente, ancora e di nuovo ancora, all’infinito.
Proprio la nostra ricerca per la felicità c’impedisce di trovarla. È come inseguire un vivido arcobaleno senza mai prenderlo, o come un cane che rincorre la propria coda.
Sebbene pace e felicità non esistano come una cosa concreta o un luogo, esse sono sempre accessibili e ti accompagnano in ogni istante.
Non credere nella realtà delle esperienze positive e negative; esse sono effimere come le odierne condizioni del tempo, sono come arcobaleni nel cielo.
Nel tentativo di afferrare l’inafferrabile, ti esaurisci invano. Ma non appena lasci la presa, ecco uno spazio infinito – aperto, invitante e confortevole.
Usa dunque questa spaziosità, questa libertà e agio naturale. Non cercare più. Non addentrarti nella giungla impenetrabile alla ricerca del grande elefante illuminato, esso sta già riposando quietamente a casa, proprio di fronte al tuo focolare.
Niente da fare o da non fare, niente per cui sforzarsi, niente da volere, e niente che manca.
Emaho! Meraviglioso! Tutto accade da sé.
Gedun Rinpoche citato da Nyoshul Khempo in Natural Great Perfection (traduzione personale dall’inglese)
Il canale del rilassamento totale trasmette sempre, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, ed è sempre disponibile, sempre accessibile: dobbiamo solo imparare a sintonizzarci e ancora sintonizzarci, e di nuovo sintonizzarci, finchè naturalmente diventerà il canale prevalente.